Roma e Lazio

Un giorno a San Pietro e nei Giardini Vaticani

 

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San Pietro

La cupola Michelangiolesca di San Pietro la si può notare da quasi ogni parte di Roma, ma forse solo dalla terrazza del Pincio si può vedere la grandiosità dell’insieme tra facciata e cupola, in particolare al tramonto è uno spettacolo unico al mondo, persino il sole si piega e muore dietro la sacralità e la bellezza della Basilica.

San Pietro: vista dal Tevere

Avvicinandoci alla Chiesa si ha una prima visione del tutto da via della Conciliazione, strada di epoca fascista e più volte criticata, da qui però si perde l’architettura della piazza, simbolo ed emblema della cristianità.

San Pietro: vista aerea

 

Fermiamoci un attimo a raccontare la storia, prima di entrare in uno dei luoghi più sacri per i cristiani ma anche luogo in cui arte, storia, architettura e cultura coesistono perfettamente.

La basilica Costantiniana viene costruita nel 315 sul luogo dov’era il circo di Nerone (che occupava tutta l’area attuale del colonnato e della basilica) e una necropoli mista, in seguito divenuta cristiana. In quel luogo S. Pietro fu martirizzato e sepolto tra il 64 e il 67 (così vuole la tradizione). Gli scavi effettuati nella necropoli hanno confermato proprio questa tesi (primi scavi fatti all’inizio del secolo e tra gli anni 80-90).

Già Costantino aveva fatto edificare una prima basilica, quasi del tutto distrutta dalla costruzione di quella attuale. Era costituita da cinque navate e coperta da volte a capriate ed era preceduta da un quadri-portico con al centro una bellissima vasca per le abluzioni. Anche questa basilica aveva al suo interno le opere di grandi artisti, da Giotto a Filarete.

L’attuale basilica fu iniziata nel 1506 per volere di Giulio II su un progetto di Bramante, che però non fece in tempo a vedere l’inizio dei lavori. Il suo progetto era una chiesa a croce greca con una cupola che doveva rassomigliare a quella del Pantheon. Nel 1547 subentrò Michelangelo, il quale modificò il progetto della cupola del Bramante e realizzò ciò che possiamo ammirare, inserendo anche l’abside.

Il Maderno successivamente, con stile architettonico e filosofia differente rispetto ai suoi predecessori, fece avanzare la facciata trasformando la pianta della basilica in croce latina, oscurando la visione della cupola Michelangiolesca.

Nel 1657 il Bernini realizzò la piazza e il colonnato con andamento ellittico dando alla facciata un effetto prospettico.

Stemma

"Cupolone"

 
La piazza con il colonnato hanno come centro l’obelisco, preso dalla spina del circo di Nerone, a rappresentare l’emblema solare della Cristianità: ”il sole di giustizia”, secondo Sisto V. 

Colonnato e fontana

Colonnato

Le 284 colonne, volute da Papa Alessandro VII, abbracciano simbolicamente il pellegrino che arriva stanco alla basilica mentre le statue dei Santi poste alla loro sommità infondono conforto e speranza, come se si fosse arrivati in  Paradiso.

 

La basilica si staglia su di una scalinata alla cui base si trovano le statue di Pietro e Paolo.

La facciata, iniziata nel 1606 e finita nel 1612, è lunga 114 metri e alta 45. Sulla cancellata principale è posta la Loggia delle Benedizioni da cui il Papa recita l’Urbi et Orbi, e da cui viene proclamato l’avvento del nuovo Papa.
 

San Pietro: facciata

 

Sotto questo balcone si nota un bassorilievo significativo: Gesù che consegna le chiavi a Pietro.

Sempre sulla facciata si possono ammirare i due splendidi orologi del Valadier (1762-1839).

Statua di San Pietro

Facciata (part.)

   
Entriamo nell’atrio, decorato da stucchi e medaglioni che richiamano gli elementi decorativi della prima basilica.
Sopra l’entrata principale è da notare il mosaico di Giotto della “Navicella”, che rappresenta S. Pietro sul lago di Tiberiade, (metafora della chiesa che solca i mari del mondo), fatto per il I anno Santo sotto il papato di Bonifacio VIII nel 1300.

Navicella

Qui si trova la splendida statua del Bernini che raffigura Costantino quando secondo la leggenda ebbe il sogno con la visione della croce e del famoso messaggio ”in hoc signo vinces”.

Costantino

Ogni porta presente nella basilica ha una sua simbologia.

La più antica è quella di Filarete (1400-1469), voluta da Papa Eugenio I, già appartenuta alla prima basilica.

È un inno al Cristo, a Maria, a Pietro e a Paolo.

In essa possiamo ritrovare gli stilemi arabi e gli elementi del primo Rinascimento.

Porta

Navata centrale

All’interno della Basilica veniamo accolti dalla sontuosità e dalla maestosità del luogo.

Guardandosi intorno si percepisce nettamente che ogni cosa è un’opera d’arte, dal soffitto al pavimento.

 

Mosaico

Non un giorno ma dieci ne occorrerebbero per ammirare con minuziosa attenzione ciascuna opera.
Così, sia pur malvolentieri, limitiamoci a qualche scelta.

 

La Pietà

Ed ecco che rimaniamo senza fiato davanti alla Pietà (1499), opera giovanile di Michelangelo.

Pietà

L’insieme risente dell’influenza di Leonardo nella struttura piramidale e nella drammatica e contemporaneamente serena espressione dei volti. Infatti, il volto della Vergine emana pace e serenità, segno della sua profonda fede e convinzione nella Resurrezione, nonostante il forte dolore per la perdita del figlio. Il Cristo è sereno, quasi dormiente, la sofferenza della morte atroce e il peso dei peccati che porta sulle sue spalle sembrano non sfiorarlo, sta “dormendo” e se si guarda più attentamente  sembra stia quasi per svegliarsi.

La concezione di bellezza
di Michelangelo
espressa dai suoi stessi versi:

 

Quanta dolcezza al cor per gli occhi porta
quel che 'n un punto el tempo e morte fura!
Che è questo però che mi conforta
e negli affanni cresce e sempre dura.
Amor, come virtù viva e accorta,
desta gli spirti ed è più degna cura.
Risponde a me: - Come persona morta
mena suo vita chi è da me sicura. -
Amore è un concetto di bellezza
immaginata o vista dentro al core,
amica di virtute e gentilezza.

Cappella dei Santissimi Sacramenti

Questa Cappella richiama il Tempietto del Bramante.

Borromini è l’autore della cancellata,
mentre Bernini lo è del tabernacolo all’interno.

 Santissimi Sacramenti

Tomba di Pietro

Sopra all’altare vi è una splendida Pala di Pietro da Cortona.

Al centro dell’altare, il fulcro della cristianità, la tomba di Pietro, sulla quale ardono costantemente 99 lampade ad olio, simbolo eterno della fede.

La tomba è sormontata e resa scenografica dall’insieme di baldacchino, altare e cupola.

 Tomba di San Pietro

Baldacchino

Voluto da Urbano VIII per sostituire l’opera di Ambrogio Buonvicino.

Fu il primo lavoro che il giovane Bernini fece per la basilica; è uno splendido esempio di arte barocca, che unisce il genio Berniniano con quello Borrominiano.

Le colonne su cui ha lavorato il Borromini si alzano maestose verso l’alto con una decorazione carica di simboli, rami di ulivi, di alloro e graziosi putti: l’anima che s’innalza verso il cielo.

Il baldacchino contiene la colba dello Spirito Santo e i simboli Papali cioè la tiara, le chiavi, la spada e la Bibbia.

Al centro del baldacchino c’è l’Altare della Confessione, unico blocco di marmo preso dai fori di Nerva.

 Baldacchino

Cupola

Ordinata da Paolo III (Alessandro Farnese), fu inizialmente inserita nel progetto del Bramante, in seguito Michelangelo ne riprese il progetto riducendone le dimensioni, dandole maggiore verticalità, ispirandosi a quella di S. Maria in Fiore del Brunelleschi.
Il mosaico che ricopre la cupola è dei 3 colori del misticismo medievale: blu, oro e rosso.

Il panorama di Roma e dintorni ammirato dalla cupola è decisamente “mozzafiato” .

Cupola

 

Giardini Vaticani

I Giardini Vaticani, armonia rara di cura e amore per la natura, meditazione, preghiera.

Giardini Vaticani: vista panoramica

Dopo il XIII secolo, grandi artisti, come ad esempio Leon Battista Alberti, si cimentano nel pensare e architettare i grandi giardini dei palazzi nobili urbani e suburbani, legando il giardino all’architettura ed anzi concependo il giardino stesso quale opera architettonica; in questo contesto nasce il “giardino all’italiana”.

Ingresso

Giardino all'italiana

 

Nei Giardini Vaticani tra il ‘500 e il ‘600 lavorano artisti e architetti come Donato Bramante e Pirro Ligorio, oltre a pittori e incisori che ritraggono la bellezza del luogo, tra i quali Antonio Tempesta, Giovanni Magari e Giambattista Falda.

La cultura, l’arte e la filosofia rinascimentale influenzano i giardini non solo attraverso l’architettura stessa, ma anche con la costruzione di bellissime fontane, statue e tempietti.

Fontana

Dai giardini sono pure visibili due tratti delle antiche mura Leonine, costruite per salvare il Vaticano dai saccheggiatori: quello più antico vicino alla Palazzina della Zecca, in prossimità della Fontana del Sacramento, detta anche delle Torri, l’altro tratto, restaurato da Nicola V, lo si può scorgere sul colle insieme alle due grandiose torri circolari, dette della Radio e di Leone XIII, che proprio in questo luogo si fece edificare una palazzina come residenza estiva.

Edifici
 

Sacramento

Tra le innumerevoli fontane, tutte di straordinaria bellezza, va ricordata in particolare quella della Galera.

Essa è il risultato di tre secoli di elaborazioni e cambiamenti che l’hanno resa ancora più scenografica.  

Un magnifico galeone che spara getti d’acqua dai suoi cannoni, tanto che Papa Urbano VIII la celebrò con un distico latino: Bellica Pontificem non fundit machina flammas/Sed dulcem belli qua perit ignis aquam (La macchina da guerra dei papi non spara fiamme, bensì la dolce acqua che della guerra spegne il fuoco).

Fontana della Galera

La fontana più cara ai Romani è quella dell’Aquila, “vera e propria mostra dell' Acqua Paola a Roma, destinata a fare da pendant all'altra grande mostra, cioè al Fontanone del Gianicolo” (G.Morelli “Giardini Vaticani”).

Fontana dell'aquila

Nei Giardini si trovano, oltre alle Mura, alle Casine e ai giochi d’acqua, anche tempietti, santuari e grotte dedicate alla Madonna.

È da segnalare quello dedicato alla Madonna della Guardia (1937) in ricordo della Grotta di Lourdes, dove si conclude il mese Mariano con la suggestiva processione “Aux Flambeaux”

A fare da sfondo a tutti questi importanti simboli della storia e della fede sono le piante, i fiori e tutte quelle specie vegetali provenienti da ogni angolo del mondo.

Sono in qualunque stagione dell’anno un tripudio di colori, profumi e forme che solo la natura riesce a plasmare.

Giardini

 

Giardino all'italiana

   

I giardinieri Sanpietrini riescono a conciliare in questo immenso spazio verde, che occupa circa la metà dell’intero Stato Pontificio (44 ettari totali), diversi e contrastanti tipologie di giardini, dal giardino all’italiana, al chiosco cinese (luogo prediletto di Papa Giovanni XXIII), al bosco incolto (che occupa due ettari), alle serre e ai vivai.

 

Scheda Itinerario

San Pietro - Giardini Vaticani

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ORARI

T A P P E   P R I N C I P A L I

Note

Mattino

Partenza: luogo ed orario da concordare

Pullman su richiesta (anche su Roma)

Mattino

Giardini Vaticani

Prenotazione

13.00-14.30

Pausa pranzo

 

Pomeriggio

San Pietro

 

Pomeriggio

Rientro: luogo ed orario da concordare

Pullman su richiesta (anche su Roma)

Quota di partecipazione: da stabilire in base alla località di partenza, al numero dei partecipanti ed alle modalità di soggiorno e trasferimento
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